Giovedì, 26 Dic 24

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Il Vangelo della Domenica

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4, 35-41)

Gesù minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia.

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Commento di Concetta Tomasetti

Il Vangelo di oggi è a metà tra la parabola e il miracolo. Si può dire che è una parabola in atto, nella quale i discepoli vengono messi alla prova per vedere se hanno compreso chi sia Gesù. Il risultato è deludente e Gesù sembra rimproverarli: perché avete paura? non avete ancora fede?, ancora non capite chi sono? No, i discepoli ancora non hanno la risposta, ancora non comprendono che la risposta è lì con loro, sulla barca, in mezzo alla tempesta. Il contrario della paura non è il coraggio, ma la fede. Le paure e le angosce nascono dall'incapacità di trovare la risposta alla domanda: "Chi è costui per me?". La presenza di Gesù sulla barca della nostra vita non impedisce che ci siano le tempeste, ma ci rassicura nell'affrontarle. Il sonno di Gesù mostra la confidenza e la fiducia serena di chi si abbandona in Dio come un bimbo fra le braccia della madre. Così doveva essere per i discepoli, se avessero compreso chi era Gesù, invece di ricorrere a lui solo perché costretti dalla disperazione di sentirsi persi. Chi sta dormendo – ora lo capiamo – non è il Signore, ma la fede di noi discepoli. E quando la fede si risveglia, allora il vento smette d'infuriare e torna la pace. Immaginiamo di incontrare i discepoli dopo quella notte tremenda sul lago, ormai lontani dalle grande paura, e di chiedere loro: ‘che cosa avete imparato da questa esperienza? Che cosa avete capito di Gesù e di voi stessi?’. Risponderebbero: Gesù (ormai è chiaro) rivela un Dio non del tutto scontato, un Dio diverso dalle nostre attese. In lui c’è potenza, ma anche debolezza. Non è risparmiato neanche a lui il sonno e la morte, e lui non risparmia queste cose ai suoi. Non possiamo servirci di lui per i nostri scopi terreni. * Gesù è un ‘Dio che educa il suo popolo’. Come ha fatto per Israele nella sua lunga storia (storia anche di sconfitte e di dolori), così fa anche con noi. La sequela di lui è impegnativa, e proprio per questo è affascinante.

Buona settimana, Amici!

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