Si è spento il prof. Werner, l'archeologo che nel 1977 portò alla luce la villa romana della Civita
E' di questi giorni la notizia della morte (il 5 gennaio 2009) dell'insigne archeologo Werner Joannowsky. Quelli che si interessano di archeologia e hanno avuto modo di conoscerlo conservano di lui buoni ricordi. Io l'ho conosciuto nel 1977 nella zona archeologica di "Civita" di Atripalda, quando vennero esposti nella casa colonica (demolita l'anno scorso) i primi reperti portati alla luce, dallo sterro della villa di epoca romana della città di Abellinum. Il prof. Werner di carattere era riservato e schivo, poteva sembrare altezzoso e scontroso: in realtà era gentile e disponibile. Si rapportava con gli altri manifestando una grande preparazione e competenza. Pochi giorni fa, parlando con Raffaella Cecere, dipendente della Soprintendenza archeologica di Avellino, si discuteva del suo impegno culturale e umano per i giovani che si dedicavano all'archeologia, organizzando delle cooperative di lavoro. Molti di quelli che oggi operano alla Soprintendenza lo devono a lui; lo chiamavamo "professore", dice Raffaella, per la sua professionalità e cultura, anche se lui voleva essere chiamato per nome. Uomo di forte carisma e grande studioso, era anche ricercatore (sono sue diverse pubblicazioni sull'archeologia campana e non solo). Aveva avuto la carica di Soprintendente dal 1977 al 1987 e di Ispettore del Ministero ai Beni Culturali in pensione. Dopo Oscar Onorato è stato quello che si è interessato all'archeologia e agli studi dell'Irpinia. Mi capitava di incontrarlo durante i convegni, si discuteva con passione ed entusiasmo della tomba a camera dell'età romana, sepolta in località via Tufara di Atripalda, e il suo profondo rammarico (ed il mio) era che non si riusciva a riportarla alla luce, per mancanza di progetti e finanziamenti. Si deve a lui il recupero in territorio di Atripalda (fondo Guanci, località Civita) della bella area marmorea di epoca romana, con figure in rilievo e "scene di culto imperiale", oggi esposta presso il Museo Irpino di Avellino. Durante l'inaugurazione dell'Antiquarium di Morra De Sanctis (AV),lo ricordo circondato da un gruppo di giovani, spiegava in modo chiaro e semplice l'importanza dei reperti archeologici esposti nelle bacheche. Lo rividi l'ultima volta ad Avellino durante il convegno della presentazione del volume "II culto della Mefite...". A lui va la nostra riconoscenza per il suo costante impegno per lo sviluppo dell'archeologia in Irpinia, per la sua personalità semplice e disponibile dimostrata negli anni. II suo nome potrebbe essere ricordato dai più se le autorità gli dedicassero una strada o un edificio pubblico.