Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 41-51)
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Commento di Concetta Tomasetti
Il Vangelo di questa domenica ci riporta nella sinagoga di Cafarnao, ove Gesù sta tenendo un lungo discorso sul pane della vita. Gesù, riferendosi al passo biblico relativo alla manna inviata dal cielo al popolo d'Israele nel deserto, applica a se stesso il contenuto del messaggio biblico dicendo: "Io sono il pane disceso dal cielo". Di fronte ai pettegolezzi, ai sospetti, alla non fede, all’incredulità, Gesù evangelizza, cerca di far capire, prova a far incentrare il discorso non sull’esteriore, ma sulla sua persona. Provò a far capire alle persone la sua vera identità, ma non ci riuscì in quanto ci volle l’esperienza della croce, della risurrezione, del dono dello Spirito Santo ad aprire il cuore dei discepoli all’intelligenza della Sacra Scrittura ed alla comprensione della missione del Cristo Redentore. Il tempo che stiamo vivendo è un tempo di profonda crisi della fede in Gesù Cristo. Eppure ancora oggi Egli ci dice: "Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Noi siamo sempre tentati di ridurre l'esperienza religiosa all'iniziativa dell'uomo che, a un certo punto, decide di occuparsi di Dio. Dimentichiamo che è il Padre che ci attira al Figlio, che ci viene incontro attraverso il Figlio, parola e pane discesi dal cielo, e ci offre di condividere la sua vita, prima di qualsiasi iniziativa da parte nostra. Per mezzo del Figlio, che ha mangiato per trent'anni il pane degli uomini, Dio stesso ci insegna la differenza tra il nostro pane, che non può sottrarci alla morte, e il suo, che ci dona la vita eterna. Sapremo lasciarci attirare e istruire da Dio, che attraverso l'incarnazione del suo Figlio e il dono dell'Eucarestia, pane del nostro cammino terreno, vuole condurci all'immortalità?
BUONA SETTIMANA, AMICI!