Giovedì, 26 Dic 24

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Il Vangelo della Domenica

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7, 31-37)

«Gesù gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua e gli disse: Apriti!».

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Commento di Concetta Tomasetti

A volte, quando ero piccola, la mia mamma mi diceva questa frase: "Non c'è più sordo di chi non vuol sentire". E forse Marco mette questo sordo proprio per mostrarci l'incapacità di sentire, di accogliere il messaggio di Gesù da parte dei discepoli. Gesù, compie dei gesti precisi: mette le dita nelle orecchie dell'uomo sordo, tocca con la saliva la lingua di questo muto. Cosa vogliono dire questi gesti? Il primo è un gesto di apertura. È come aprire nelle orecchie, un passaggio al suono. Fare in modo che il suono arrivi dentro al cuore. L'altro gesto è un po' più complesso e ve lo spiego in questo modo: vi è mai capitato, d'inverno, di alitare sul vetro di una finestra? Vi sarete accorti che l'alito si condensa diventando goccioline. Presso gli antichi la saliva era considerata l'alito, il soffio condensato, per cui Gesù sta dando un nuovo respiro vitale all'uomo, lo sta rianimando, gli sta dando vita, forza nuova. Poi il Signore dice a questa persona la parola "Effatà", che vuol dire "Apriti". Apriti alla novità, all'amore di Dio e all'amore ai fratelli. Questi gesti e questa parola è pronunciata su ciascuno di noi il giorno del Battesimo. Il Sacerdote compie sul bimbo battezzato gli stessi gesti che compie su questo sordomuto. Il sacerdote poi, dopo aver detto "effatà", aggiunge: "Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua Parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre". Allora non ci sono dubbi. Il sordomuto siamo ciascuno di noi che a volte ascoltiamo male e poco questa Parola. Ascoltare davvero significa far arrivare al cuore ciò che abbiamo udito. Oggi Gesù ci dice: "Apriti al bello, alla novità, all'amore del Padre!". Se l'ascolto è fatto bene, arriva al cuore e apre le mani rendendoci capaci di donare. Il dono è il segno che noi abbiamo veramente ascoltato.

Buona domenica e buona settimana, Amici!

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