Dal vangelo secondo Marco (10, 35)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo". Egli disse loro: "Che cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero: "Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Gesù disse loro: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse loro: "Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato". Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: "Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".
Commento di Concetta Tomasetti
Gesù cammina verso il dono di sé sulla croce e i discepoli sono preoccupati di stabilire chi è il più grande, forse chi tra loro potrà prendere la guida del “gruppo” al posto di Gesù se dovesse davvero accadergli qualche cosa, sono preoccupati di assicurarsi un posto nel Regno futuro. Gesù pazientemente continua a d insegnare ai suoi la via, ad educarli alla logica del Regno. “Concedici di essere seduti nella tua gloria uno alla tua destra e l’altro alla tua sinistra”. Gesù risponde a Giacomo e Giovanni con infinita pazienza: “Non sapete quello che chiedete”. Risposta anche ironica, perché Gesù sa che nella sua vera gloria, quella sulla croce, alla sua destra e alla sua sinistra ci saranno due malfattori, crocifissi e suppliziati come lui. Vi è qui lo scontro tra due visioni della gloria: i due discepoli la intendono come successo, potere, splendore, mentre Gesù l’ha appena indicata nel servizio, nel dono della vita, nell’essere rigettato in quanto obbediente alla volontà di Dio. Allora Gesù dà ai suoi discepoli una lezione molto istruttiva, Dice: “Voi sapete”, perché basta guardare, osservare, “che coloro i quali sono considerati i governanti delle genti dominano, spadroneggiano su di esse, e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così, ovvero, “se è così, voi non siete la mia comunità!”. Ecco dunque la vera “costituzione” data alla chiesa: una comunità di fratelli e sorelle, che si servono gli uni gli altri, e tra i quali chi ha autorità è servo di tutti i servi. Nella chiesa non c’è possibilità di acquisire meriti di anzianità, di fare carriera, di vantare privilegi, di ricevere onori: occorre essere servi dei fratelli e delle sorelle, e basta! Gesù non ha dominato, ma ha sempre servito fino a farsi schiavo, fino a lavare i piedi, fino ad accettare una morte ignominiosa, assimilato ai malfattori.
La Parola illumina la vita
Nella mia vita da cristiano/a quale ambizione vivo? Mi è mai capitato di pretendere una ricompensa o un posto di privilegio per la mia fede o per la mia attività a favore del Vangelo o della Chiesa?
Considero Gesù un vero "servo per amore", la sua vita donata per me?
Sono pronto/a ad essere lo schiavo di tutti o mi piace vivere “beatamente”?
Sono solidale con tanti fratelli che vivono la fatica quotidiana? Illumino la loro esistenza con la mia testimonianza di amore pieno?
Buona settimana, AMICI!