La “Cocchia” di Avellino non ha potuto accogliere una ventina di alunni atripaldesi. Boom per la Primaria
Dati alla mano, sembrerebbe che quest’anno Atripalda non abbia subito un incremento della perdita di giovani menti nel passaggio dalla primaria alle scuole medie. Ma è davvero così? Le informazioni in questione sono quelle relative alle pre-iscrizioni alle scuole dell’obbligo il cui termine di scadenza era la data del 28 febbraio. Grande attenzione è stata rivolta alla scuola media “Masi” perché, a partire dal 2007, si era registrato negli anni un progressivo (seppur tra alti e bassi) calo di iscrizioni. Lo scorso anno, ad esempio, la diminuzione è stata di circa il 22%, relativa ad una “fuga” di circa 31 bambini. Quest’anno, apparentemente, la percentuale in negativo sembra essere la stessa ma in realtà si tratta di un dato che ne nasconde un altro: le domande di pre-iscrizione indirizzate alla scuola media “Enrico Cocchia” di Avellino da parte delle famiglie atripaldesi sono state complessivamente 40. Di queste, però, solo 23 sono state accolte per mancanza di posti e perciò, le restanti 17 famiglie hanno ripiegato sulla scuola “Masi” di casa propria. Il parametro di scelta da parte dell’istituto avellinese è stato quello della precedenza: sono state accettate solo le richieste compilate nel corso dell’Open Day (giornata in cui la scuola è stata aperta alle famiglie ed agli esterni) di dicembre e poi confermate con le pre-iscrizioni di gennaio e febbraio.
Alla luce di questo, dunque, solo grazie alle restrizioni della “Cocchia” si è potuto evitare che il calo di iscrizioni raggiungesse il picco del 35 %, pari a circa un bambino su tre, trasformandosi in un tracollo. Le motivazioni che spingono i genitori a sobbarcarsi di maggiori responsabilità ed impegni (economici e fisici) per far sì che i figli frequentino altre scuole potrebbero essere varie e più o meno valide. Di sicuro, però, le condizioni strutturali della “Masi” non suscitano grande simpatia nelle famiglie. Come sottolinea il direttore della primaria Elio Parziale «Ovviamente sono essenziali, per la scelta di una scuola, la sostanza degli insegnamenti e della formazione dei ragazzi, entrambi elementi supportati ad Atripalda dalla presenza di ottimi insegnanti, ma anche il modo e l’aspetto con cui una struttura si presenta, contano molto».
Quello relativo alle scuole elementari, invero, è un discorso completamente diverso: la “De Amicis” di Atripalda ha quest’anno registrato un significativo incremento di iscrizioni sia nel plesso di via Roma che in quello di via Manfredi, andando a raccogliere anche molti bambini del circondario e ritrovandosi così ad essere fulcro dell’istruzione primaria di qualità. Basti pensare che per ospitare i ben 57 bambini pre-iscritti solo in via Manfredi ci sarebbe bisogno di formare una terza sezione. Qualora la proposta non dovesse essere accolta dall’Ufficio Scolastico Provinciale, i bambini in sovrappiù andrebbero ad essere distribuiti sulle sezioni di via Roma, le cui aule sono più idonee per dimensione ad ospitare classi più numerose. Di fronte all’impellente pensionamento a cui va in contro, il prossimo anno, la preside della “Masi” Virginia Sarni, ci sarebbe quindi bisogno di un rinvigorimento totale della scuola media atripaldese. «L’amministrazione dovrebbe prestare più attenzione alle strutture ed alla loro sicurezza - continua Parziale - e si dovrebbe incrementare il rapporto di continuità tra scuola elementare e scuole medie, sia con i bambini che con le famiglie, attraverso manifestazioni e incontri per aprire e far conoscere la scuola, per comunicarne un’immagine positiva e innovativa: questo eviterebbe il disperdersi nel capoluogo di tutte le fasce più agiate, e quindi aventi la possibilità di “emigrare” scolasticamente. La scuola deve divenire, in questo modo, polo di interazione sociale, ospitare tutte le fasce e favorire la crescita dei ragazzi in questo senso, altrimenti si rischia una sorta di “ghettizzazione” sociale. Queste iniziative devono però avere un ampio margine temporale di progettazione e realizzazione per poter poi raccogliere frutti in tempo utile. Per quanto riguarda la nostra posizione, posso dire che ci impegniamo affinché le famiglie iscrivano i propri figli ad Atripalda senza mai fornire indicazioni verso altre scuole, anche perché per me è un duro colpo sentir parlare di questa situazione». Una sorta di “protezionismo scolastico” insomma, attraverso contromisure mirate che scuola e Comune devono adottare per evitare la “fuga di cervelli” in tenera età. La recente approvazione dei progetti esecutivi per la riqualificazione dell’edilizia scolastica sembrerebbe per il momento un buon piccolo passo.