«Progetto innovativo e all’avanguardia»
L’architetto che ha disegnato la chiesa ne illustra gli elementi principali
Il prof. Giovanni Ascarelli, il responsabile del pool di progettisti del complesso parrocchiale, accoglie, da Roma, con soddisfazione la notizia della riconferma dell’atto di donazione del terreno da parte del Consiglio comunale di Atripalda: «Mi fa davvero piacere che il Comune abbia recepito favorevolmente la sollecitazione della Curia di Avellino e per quanto ci riguarda ci impegneremo a rispettare i tempi che ci sono stati concessi. Se non ci saranno contrattempi speriamo di presentare all’Ufficio tecnico comunale il progetto preliminare entro la fine dell’anno per dare modo di avviare tutte le procedure amministrative necessarie».
Architetto, qual è stata l’idea progettuale?
«Lo schema ecclesiale adottato è molto innovativo ed i materiali che saranno utilizzati sono tecnicamente all’avanguardia. In particolare, l’altare è posto quasi al centro della chiesa per favorire la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni e l’utilizzo di vetri e specchi serve per convogliare luce sul presbiterio. E a mio parere sono stati questi gli elementi che ci hanno consentito di vincere il concorso di progettazione bandito dalla Conferenza Episcopale Italiana. In generale si tratta di un complesso dove, accanto alle attività squisitamente religiose, potranno affiancarsi attività socio-culturali realizzando un vero e proprio polo di aggregazione».
Nel frattempo, però, sono intervenute modifiche?
«Si tratta di piccoli accorgimenti migliorativi suggeritici dalla Curia di Avellino. Il piano di costruzione è stato rialzato di circa 2 metri per elevare la struttura che altrimenti, data la depressione del terreno, poteva risultare parzialmente interrata; l’emblema del crocifisso previsto all’esterno è stato spostato all’interno; le pendenze dell’aula ecclesiale sono state leggermente attenuate».
Voi ne seguirete la realizzazione?
«La direzione dei lavori sarà affidata quasi certamente all’Ufficio tecnico comunale, da parte nostra garantiremo una sorta di “direzione artistica”, nel senso che siamo pronti a fornire chiarimenti e assistenza su ogni aspetto del progetto».
Cosa può dirci del finanziamento?
«Il complesso sarà realizzato prevalentemente con i fondi delle donazioni dell’8xmille dell’Irpef alla Chiesa Cattolica. Nel 2005 il preventivo di spesa, oneri compresi, si aggirava intorno ai 2,5 milioni di euro, ma nel frattempo i costi di costruzione sono aumentati di circa il 20%. Tuttavia, questi aspetti non competono a noi e non saprei dirle di più».
A quanto pare il finanziamento non coprirà tutte le spese e ci sarà bisogno di raccogliere offerte fra i fedeli: questo aspetto non la preoccupa?
«Se così fosse non mi stupirei. Per la mia esperienza posso affermare che generalmente tutti gli interventi ecclesiali sono co-finanziati dai fedeli, nel senso che i parrocchiani contribuiscono, attraverso le proprie offerte, alla realizzazione delle chiese, a volte anche in misura superiore a quella della Curia o della CEI».
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Commenti
Bisogna limitarsi a constratare che tutto ciò che vorrebbero realizzare, a cominciare dagli spazi sociali e di aggregazione, già ci sono e non vengono utilizzati. In particolare, a contrada spagnola, esistono almeno 300 mq di spazio sociale, unito alla chiesa esistente, che non viene mai utilizzato. Poi è stata fatta la chiesa a largo maddalena, quella di S. Nicola, quella di contrada Ischia. Sono tutte vuote. Perennemente vuote. Invece di farne altre più belle e nuove, interroghiamoci sui motivi che determinano il mancato utilizzo di quelle esistenti.
Mi sembra elementare, anche per un saccentello qualunque
Mah! Quanto siamo scadenti...
ma siete pazzi?
nel nostro comune cnon c'è bisogno di un'altra chiesa, visto che quelle che ci sono sono quasi sempre vuote.
A chi conviene che si faccia un'altra chiesa?
Al progettista, alle imprese, ai tecnici, ai preti, ai sacrestani, a chi?
Alla stragrande maggioranza degli atripaldesi, quest'opera non serve: FERMIAMOLA!
proponiamo una raccolta di firme