Mercoledì, 17 Lug 24

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Il culto della Vergine in un libro di Raffaele La Sala

Una ricostruzione storica, sociale e religiosa in cinquanta pagine. In memoria di Pasquale Guanci

La copertina del libro, edito da Nuovo Meridionalismo

«Un saggio pronto da circa quattro anni e poi riposto in un cassetto. Fino ad oggi»: così Raffaele La Sala si riferisce alla sua nuova opera in pubblicazione proprio in questi giorni (per un totale di circa settecento copie che saranno distribuite fino ad esaurimento) e presentata alla prima data utile presso la Sala consiliare del Comune di Atripalda. Il culto della Vergine SS. Del Carmelo in Atripalda: un titolo che conduce dritto nel cuore del volumetto di quarantotto pagine edito “Nuovo Meridionalismo” e di una profonda tradizione atripaldese. «Ho sempre conservato il desiderio di pubblicarlo - continua La Sala - ed oggi finalmente lo realizzo, sia per orgoglio verso la comunità mariana della città che per commemorare il caro Pasquale Guanci, compianto priore della congregazione del Carmelo e fonte di informazione ed entusiasmo per il saggio».

La presentazione del volumetto è a cura dell’Arcivescovo Luigi Barbarito e di don Ranieri Picone, parroco della Parrocchia del Carmine, la dedica è, invece, alla memoria di Pasquale Guanci. In esso, attraverso la ricerca e l’esame minuzioso e attento di documenti civili ed ecclesiastici, viene ricostruita prima la storia della diffusione del culto carmelitano, seguita dalla fondazione di una relativa arciconfraternita fino a giungere all’edificazione della Chiesa. Viene inoltre analizzato dal punto di vista artistico e storico il dipinto della Beata Vergine del Carmelo presente nella attuale chiesa. Naturalmente è l’opera dell’Arciconfraternita, quella che, descritta con accuratezza, offre uno spaccato suggestivo della società atripaldese, sia per la sua diffusione sia per il concreto intervento di essa nella vita quotidiana dei confratelli e dei loro familiari.

Nell’insieme, non solo un’opera di argomento religioso, ma soprattutto di grande valenza storico-sociale per la puntuale e rigorosa ricostruzione di aspetti della vita della cittadina del Sabato che hanno attraversato il tempo ed ancor oggi costituiscono momenti essenziali dell’esistenza quotidiana.


Ho accolto con piacere l’invito dello stimato professor Raffaele La Sala di presentare questo suo recente e impegnativo saggio storico sulla antica e benemerita Confraternita della Madonna del Carmine in Atripalda. Con questo nuovo attestato del suo costante interesse alla storia religiosa e civile della nostra amata città egli aggiunge un valido anello alla catena di studi e ricerche che di recente ha visto l’impegno di tanti altri competenti studiosi di storia patria, tra i quali egli va tagliandosi un posto di merito e di onore. Egli ci aiuta a conoscere meglio le radici della nostra gloriosa tradizione religiosa e civile. La devozione alla Madonna del Carmine, come in molte altre città e paesi dell’Irpinia e del Mezzogiorno d’Italia, ha secoli di vita e si collega alla profonda fede cristiana della nostra gente, tanto più apprezzabile perché vede i fedeli laici coinvolti in sodalizi che hanno come ragione di essere la devozione alla grande Madre di Dio. In Atripalda essa ha avuto nella Confraternita che dal Carmelo prende il nome uno strumento di continuità e di sviluppo che trova le sue solide fondamenta nella chiesa e nel sodalizio, sede e strumenti del crescere di questa devozione che ha avuto il suo punto culminante nella proclamazione della Madonna del Carmine a Patrona principale di Atripalda, nella solenne incoronazione della sacra immagine e nella erezione canonica della parrocchia da parte della Santa Sede. Vorrei anche aggiungere, per quel che mi riguarda, che alla chiesa e alla devozione della Madonna del Carmine è strettamente legata la mia vocazione al sacerdozio e missione apostolica. Fu ai piedi della Madonna del Carmine che il 20 agosto del 1944, quando imperversava ancora in Italia e in Europa il terribile flagello della seconda guerra mondiale, il Vescovo di Avellino, Monsignor Guido Luigi Bentivoglio di venerata memoria, mi conferì l’ordinazione sacerdotale. Fu nella medesima chiesa che celebrai da vescovo e nunzio apostolico il venticinquesimo anniversario di quel giorno benedetto, il 20 agosto 1969. Ne accompagnai poi la ricostruzione dalla rovine causate dal terribile sisma del 1980. Questo intreccio e rincorrersi di vicende liete e tristi, personali e collettive, mi legano alla chiesa e alla Confraternita che la custodisce, ne è presidio e strumento di progresso e di vitalità religiosa e civile. Per queste ed altre ragioni desidero congratularmi vivamente col professore Raffaele La Sala per questa nuova fatica che conferma le di lui doti di ricercatore attento, di critico e di espositore chiaro e convincente. Io personalmente e, ne sono sicuro, tutti gli atripaldesi gliene siamo grati e riconoscenti. Formulo il voto che sul suo esempio altri studiosi, specialmente tra i giovani, si cimentino con la ricerca storica, archeologica ed artistica della nostra terra, per trarne validi motivi di generosa ispirazione ed onore. Solo i popoli che rimangano legati alle loro nobili tradizioni e memorie possono aspirare ad un futuro sicuro, consapevoli che essi sopravviveranno e saranno ricordati non tanto per conquiste di territori, per ricchezze e opulenza di vita e di beni materiali, ma per quello che sono stati capaci di realizzare e tramandare in opere di civiltà e di pace, in valori morali, fede religiosa, cultura, arte, scienza e bellezza.

+Luigi Barbarito, arcivescovo


Il lavoro svolto dal Prof. Raffaele La Sala rappresenta un ulteriore e significativo contributo alla riscoperta e rivalorizzazione di quel grande patrimonio artistico, religioso e culturale presente nella città di Atripalda. Come nuovo parroco della Parrocchia del Carmine non posso non esprimere tutto il mio apprezzamento e compiacimento per questa preziosa sintesi di tutta la storia relativa all’antica Confraternita Maria SS. del Carmelo, sede dell’attuale Parrocchia, e al culto mariano ad Atripalda tra il XVI e XXI sec. Leggere queste pagine significa per il lettore fare un viaggio nel tempo per riappropriarsi della sua ricca e profonda storia di fede e di devozione mariana, una storia che vede la comunità di Atripalda protagonista di eventi significativi con dei risvolti non solo sul piano religioso-pastorale, ma anche su quello civile e sociale. Dalla storia descritta si evince, infatti tra le righe, non solo una fede e una devozione forte verso la Beata Vergine del Carmelo, ma anche la grande passione di costruire qualcosa e di portarla a termine, lo stare insieme, la solidarietà, il condividere dei valori umani e cristiani, la voglia di combattere per ottenere qualcosa, lo spirito di difesa per ciò che si è ottenuto, il desiderio di consegnare ai posteri un ricordo importante. Come guida spirituale della comunità del Carmine, ma anche come un non atripaldese, resto ammirato di alcuni passaggi significativi, di cui già sapevo, ma che nel libro vengono esposti con precisione e minuziosità: l’origine della Chiesa e della Confraternita, il Regio exequatur di Carlo III del 1758 che dà ufficialità allo Statuto del Pio sodalizio. L’erezione della Parrocchia, l’Incoronazione della Vergine il 15 luglio 1926, la proclamazione a Patrona principale della Città. Atripalda può così essere fiera di quello che la storia le ha consegnato e che è chiamata a custodire gelosamente, tra i cambiamenti del tempo, ravvivando soprattutto nelle nuove generazioni un senso di forte appartenenza al proprio territorio e alla propria comunità civile e religiosa. Ci auguriamo anche che la Confraternita del Carmine riprenda il suo cammino con slancio ed entusiasmo, vivendo nel rinnovato spirito ecclesiale della pietà popolare e della devozione alla Madonna, coltivando la comunione di intenti e di persone, mettendosi a servizio della comunità.

sac. Ranieri Picone, parroco


Il lavoro di ricerca dell’amico prof. Raffaele La Sala è innanzitutto l’espressione dell’amore che porta alla comunità di Atripalda, della quale va meritoriamente riscoprendo documenti e storie. I suoi interessi spaziano da Abellinum, alla cultura barocca, alla rivoluzione del 1799, dalla storiografia, alla demografia, alla toponomastica, alla biografia, alla storia politica, attraversando i secoli, per approdare al novecento e alla “cronaca” degli ultimi cinquant’anni, con rigore critico e lucido entusiasmo. Nei suoi scritti è sempre chiaro un filo conduttore ideale che lega i fatti alle cose, la storia degli uomini alle vestigia materiali che ne sono testimonianza, le grandi figure del passato lontano ai tanti eminenti cittadini dell’Atripalda del XX secolo. Il prof. La Sala –non sembri un’esagerazione che nasce dall’affetto e dalla stima– è un “cantore” della sua terra, o forse, per usare un’ espressione più appropriata, un narratore-testimone di un brano di storia del Mezzogiorno. E la passione per la vita della sua “comunità” non ne limita o condiziona le riconosciute qualità di studioso e di ricercatore. Infatti, pure nella ricostruzione di istituzioni particolarissime e localizzate, come le confraternite di Atripalda (tra le quali quella del Carmine si è segnalata per l’importanza sociale e religiosa che ne ha caratterizzato l’attività benemerita a favore della collettività) egli è in grado di rappresentare eventi e percorsi di lungo periodo, pagine di storia tout court. Dalla sua ricerca, insomma, non solo riaffiorano piccole cronache cittadine, ma la storia stessa della società meridionale, della quale le antiche Confraternite, in situazioni economico-sociali poverissime, costituirono modelli esemplari, operando perché nelle comunità potesse svilupparsi il valore della solidarietà, soprattutto verso i più deboli. Se il progresso di una comunità si misura non solo attraverso la crescita economica, ma anche e soprattutto dalla crescita civile e morale, le confraternite hanno contribuito nella loro storia plurisecolare, a creare le condizioni di una comunità civile: che non può essere solo una rappresentazione geografica o un insieme informe di persone che vivono all’ombra di un “campanile”. Il prof. La Sala per la sua meticolosa ricostruzione della storia passata e recente della Confraternita del Carmine, ha utilizzato fonti rare e poco frequentate, ha consultato libri parrocchiali e documenti non letti da secoli, con impegno ammirevole. La sua fatica consente, oggi, non solo agli atripaldesi, di rileggere il vissuto delle nostre comunità, di coglierne gli elementi di continuità e di ‘rottura’, di percepirne il fluire che, anche nella vita minima delle antiche congreghe, ha sedimentato valori che si perpetuano nella storia civile e religiosa di Atripalda e del Mezzogiorno. Di questo la comunità scientifica e l’Irpinia tutta devono essergli grate.

Generoso Benigni, direttore di "Nuovo Meridionalismo"

Indice
Il culto della Vergine in un libro di Raffaele La Sala
Presentazione di mons. Luigi Barbarito
Introduzione di don Ranieri Picone
Postfazione di Generoso Benigni
Tutte le pagine
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